Paolo Gheda è ricercatore confermato di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Politiche dell’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste e insegna Storia Contemporanea presso la stessa Università.
È membro della Società italiana per lo studio della Storia Contemporanea (SISSCO), del Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane (CISUI), dell’Association for the Study of Modern Italy (ASMI) e del Centro Interuniversitario per la Storia del Clero e delle Istituzioni Ecclesiastiche (CISCIE).
La sua attività di ricerca riguarda la storia internazionale e italiana sociale, politica e delle istituzioni civili e religiose, XIX e XX secolo. In particolare:
  1. area internazionale
    1. Irlanda del Nord
    2. Chiese in Europa nel Novecento
    3. Università per Stranieri nel contesto dei nuovi atenei europei
  2. area nazionale
    1. Liberalismo, democrazia e classi dirigenti nell’Italia del Nord durante la prima metà del Novecento
    2. Cultura assistenziale ed educativa in Italia tra Otto e Novecento
    3. Il ruolo politico-istituzionale e sociale dell’episcopato italiano e della CEI tra gli anni Cinquanta e Settanta
    4. La transizione politico-istituzionale in Italia a partire dagli anni Ottanta
  3. area regionale
    1. Elites, dirigenze e istituzioni in Aosta nell’età contemporanea
    2. Storia della Regione Autonoma Valle d’Aosta
  4. area metodologica
    1. Ricerche e materiali per la didattica della Storia” “Didattica e ricerca della Storia Contemporanea in chiave europea
Dal 2009 è coordinatore scientifico per l’area regionale Piemonte-Valle d’Aosta della Rivista di Storia della Chiesa in Italia ed è il direttore dei Quaderni di Storia, Politica, Economia – Cahiers d’histoire, politique, économie della Fondation Émile Chanoux (ed. Rubbettino).

Ultime pubblicazioni:

Siri, la Chiesa, l’Italia (a cura di) 
Marietti, 2009, 448 p.
Giuseppe Siri è stato una delle figure più incisive dell’Italia e della Chiesa universale nella seconda metà del Novecento. La sua presenza, attiva e spesso determinante in passaggi chiave dell’epoca contemporanea, dalla ricostruzione al boom degli anni Sessanta, dal Concilio Vaticano II alla stagione referendaria, costituisce l.aspetto forse più evidente di un ruolo che peraltro si è tradotto in primis in un’intensa vicenda pastorale. La sempre più larga disponibilità di fonti documentarie permette oggi di approfondire la conoscenza di colui che è stato definito il « papa non eletto ».
La compagnia del Sacro Cuore di Evaristo Madeddu. Profilo storico e prospettive educative (con Andrea Bobbio)
Rubbettino, 2008, 153 p.

La Compagnia del Sacro Cuore di Evaristo Madeddu costituisce un caso assai originale di istituto religioso nel panorama della Sardegna contemporanea, per la sua natura essenzialmente laica, il suo ruolo di supplenza in ambiti socio-assistenziali quali la scuola, la sanità, la gioventù, e il suo profilo religioso particolare voluto dal fondatore. Il volume affronta gli aspetti storici e pedagogici della comunità di Madeddu, uno tra i pochi fondatori laici italiani, il suo ruolo in seno alla storia della Chiesa e della società della Sardegna del Novecento, e la sua opera educativa a favore dell’infanzia e dell’adolescenza, soprattutto povera e svantaggiata. L’approccio di ricerca, volutamente interdisciplinare e integrato, costituisce un tratto distintivo dell’opera.

I Cristiani d’Irlanda e la guerra civile (1968-1998)
Guerini e Associati, 2006, 293 p.

Lo studio di Paolo Gheda apre uno squarcio inusuale su un tema controverso, quello dei cristiani nella guerra civile in Irlanda del Nord, raramente frequentato dalla storiografia. In esso si dà conto dell’evoluzione dei rapporti tra le diverse Chiese che, su posizioni diverse, hanno dovuto affrontare l’epoca dei ‘troubles’. Dalla trattazione emerge con chiarezza che lo sguardo delle gerarchie cristiane è stato principalmente rivolto ai problemi della popolazione sconvolta da una contesa annata che ne ha fortemente condizionato l’esistenza. Ma anche come, innanzitutto, l’intervento delle Chiese sia stato indirizzato verso una ricomposizione di divisioni settarie che erano degenerate in un clima di odio razziale che rischiava di diventare endemico. La ‘politica’ delle confessioni cristiane è stata quella di lavorare, superando anche numerose difficoltà interne, per una riconciliazione dà fondarsi sulla base della giustizia sociale e della comprensione delle motivazioni dell’altro. Il lavoro di Gheda non indulge in schematizzazioni e, quindi, non nasconde le inevitabili contraddizioni di questo itinerario trentennale. L’autore si è meritoriamente fatto carico di ricostruire alcuni aspetti determinanti di un conflitto in cui religione e politica sono state spesso confuse. Il risultato è un libro interessante, per molti aspetti nuovo, che prende vita dà fonti di diversa natura ed è soprattutto alieno da semplificazioni. (dalla prefazione di Luca Riccardi).

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