Il totalitarismo comunista dell’Europa dell’est, il suo lento ma inesorabile declino nella seconda metà del novecento e la cultura delle opposizioni interne a questi regimi sono l’oggetto d’analisi del presente volume.

Per affrontare tematiche così ampie e complesse ci si è avvalsi dell’apporto di studiosi provenienti da differenti settori disciplinari: non solo storici contemporaneisti, ma anche storici della cultura, dei rapporti tra Stato e Chiesa, storici delle istituzioni, delle relazioni internazionali e filosofi della politica.
Il nesso tra i regimi e le diverse forme di dissidenza rappresenta una chiave di lettura privilegiata, sebbene ancora poco esplorata, per la comprensione delle ragioni profonde che hanno contribuito alla fine dei sistemi comunisti. Questa originale sfida ermeneutica, alla quale hanno aderito esponenti italiani e stranieri tra i più autorevoli dei diversi settori scientifici, non deve essere considerata come un punto di arrivo, ma intende riaprire, a venticinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, il dibattito scientifico sull’ideologia, sui sistemi politici e sulle istituzioni comuniste per cercare di capire quanto le dissidenze, con le loro proposte, prima di tutto spirituali ed esistenziali, abbiano contribuito alla pacifica dissoluzione della più seducente utopia del secolo scorso .
In questo volume sono presenti saggi di Vittorio Strada, Marco Cangiotti, Ivan Chvatík, Giovanni Franchi, Giovanni Codevilla, Paolo Gheda, Tito Forcellese, Gizela Nemeth e Adriano Papo, Antonio Macchia, Francesco Leoncini, Konstantin Borisovič Sigov, Ehrhart Neubert, Adriano Dell’Asta e Paolo Savarese.

 

Tito Forcellese è ricercatore di Storia delle istituzioni politiche presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo. Si è occupato di rappresentanza parlamentare, di storia elettorale, di Governi e Ministeri, di cattolicesimo e Democrazia cristiana, di istituzioni sportive.
Giovanni Franchi è ricercatore di filosofia politica presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo; è membro della sezione romana della Görres-Gesellschaft. Studioso del pensiero di O. Spahn, A Dempf, E. Vogelin, si è occupato di teologia politica e di critica delle ideologie.
Antonio Macchia, dottore di ricerca in Storia delle Relazioni internazionali presso La Sapienza Università di Roma, è docente di Storia dell’Europa orientale presso la LUMSA di Roma, di Scienza politica presso l’Università di Teramo e di Storia dei rapporti tra Stato e Chiesa presso il Pontificio Istituto Orientale.