Il 6 ottobre 1924 la violinista Ines Viviani Donarelli annuncia la nascita dell’URI e va in onda la «più antica voce» della radio, Maria Luisa Boncompagni. La radio nasce quindi al femminile, malgrado gli esordi androcentrici del mezzo dovuti al carattere tecnico-amatoriale dei suoi inizi sperimentali. Radiocroniste, dattilografe, cantanti femminilizzano la radio del Ventennio; i loro nomi e i loro volti sono in parte recuperati in questo libro così come le rubriche femminili. Il pullulare di immagini femminili della recláme del Radiocorriere mostrano la difficile sintesi tra esigenze pubblicitarie e modello eugenetico imposto dal regime, insomma, tra modernità e tradizione. Dalla metà degli anni Trenta, il Duce scopre la radio per rivolgersi alle madri e alle mogli dei combattenti partiti per l’Etiopia ma è ormai troppo tardi: la «scatola musicale» è già diventata la colonna sonora del tempo della donna, del lavoro come dell’ozio, disegnando, uno spazio femminile nuovo e «tutto per sé».

 

L’autore

Laura Branciforte insegna Storia Contemporanea alla Universidad Carlos III de Madrid. Ha studiato presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Catania e presso la DeMontfort University of Leicester. Le sue principali pubblicazioni si sono occupate della storia delle donne durante il fascismo e dell’antifascismo europeo: El Socorro Rojo Internacional en España (1923-1939), Madrid, 2011; Tina Modotti: un’appassionante biografia nell’antifascismo europeo. Spagna, 1933-1939, Udine 2017. Su radio e fascismo ha pubblicato: “Radio, propaganda fascista y audiencia femenina”, in La Historia, Lost in Traslation, 2017; La donna elettrica: radio e identità femminile tra le due guerre, UAM, Messico, 2003.